FORUM ANSA, Tajani: 'Putin vuole influenzare le elezioni. Siamo con Kiev ma lavoriamo per la de-escalation' - Speciale Europee 2024 - Ansa.it (2024)

"Putin sta conducendo una guerra ibrida e cerca di influenzare le elezioni europee, cercando di dividere l'occidente. Ma siamo tutti uniti" a "difesa dell'Ucraina. Detto questo, noi vogliamo la pace" e siamo per l'uso delle "armi italiane solo per la difesa all'interno del territorio ucraino", "non è in ballo l'unità della Nato".

A dirlo il ministro degli Esteri e leader azzurro Antonio Tajani al forum ANSA rispondendo alle domande del direttore Luigi Contu e di due giornalisti della redazione politica.

"Noi siamo schierati dalla parte dell'Ucraina, ma con rischio di un'escalation mondiale, dobbiamo lavorare per una de-escalation. I nostri militari devono essere portatori di pace", "io non sono un pacifista che sventola bandiere arcobaleno". "L'aiuto militare deve essere finalizzato a difendere l'Ucraina, non ad attaccare il territorio russo", "non si può scherzare col fuoco".

Passando al conflitto in Medio Oriente, "io sono per riconoscere lo stato palestinese ma prima bisogna delimitarne i confini" afferma Tajani. Il titolare della Farnesina si dice a favore della soluzione "due popoli e due stati" e sostiene che non bisogna fare "scelte da campagna elettorale". Occorre "lavorare, con scelte prudenti, per un futuro di pace, non per qualche voto in più". Intanto, "stanno partendo i cargo" con gli aiuti "del progetto Food for Gaza".

Parlando delle elezioni europee, nessun pronostico sull'esito finale, ma su un punto Tajani non ha dubbi: il risultato di Forza Italia non inciderà sugli equilibri del governo. Ospite del forum ANSA e nella doppia veste di ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Tajani ne approfitta per parlare dell'Europa che sarà e per ribadire qual è il ruolo di Forza Italia nell'esecutivo e a Bruxelles.

"Se nel centrodestra altri prendono tanti voti sono contento, io penso a Forza Italia", dice il leader azzurro che mira ad un risultato a doppia cifra senza che questo comporti però scossoni nell'equilibrio dell'esecutivo "Non cambierà nulla - ribadisce - continuiamo a votare sostenere a votare la fiducia al governo". I toni cambiano quando si parla invece di Europa. Lì le distanze con gli alleati, Salvini in primis, difficilmente sono modificabili.

Lo schema a cui lavora il vicepremier è chiaro: un'alleanza di centrodestra che guardi ai conservatori di Meloni ed escluda le forze più estreme come il gruppo di Identità e Democrazia di Le Pen e Salvini. "Il Ppe è il primo partito - mette in chiaro il titolare della Farnesina - e si confermerà tale ed è determinante per qualsiasi alleanza". Alla famiglia dei popolari spetta quindi esprimere il candidato alla guida della commissione. Il nome il pole è quello di Ursula von der Leyen ma è chiaro che i giochi veri si apriranno quando si capirà il peso reale dei partiti.

Tajani toglie dal tavolo ancora una volta il nome di Mario Draghi: "non è il candidato di nessuno", ricorda il ministro degli Esteri "ed anche Weber ha chiarito che non è il nome del Ppe". Nel toto nomi il vicepremier non chiude invece all'ipotesi Roberta Metsola: "lei - spiega - è destinata a fare la presidente del Parlamento europeo, se si fosse candidata al congresso come presidente della Commissione l'avrei votata. FI la sosterrà perché è un nome eccellente, può svolgere qualsiasi incarico".

A chiamarsi fuori dalla corsa per un posto ai vertici dell'Europa è Tajani stesso: "sono lusingato - dice nel corso del forum ANSA - immagino che il mio nome venga fuori per i tanti anni che ho passato nelle Istituzioni. Ma il mio ruolo è al governo al servizio del mio Paese".

Il ministro degli Esteri alza i toni quando si parla di Berlusconi e delle critiche rivolte da Calenda sull'uso del cognome del Cavaliere nel simbolo: "Il nome di Berlusconi è sempre stato nel nostro simbolo, perché dovrei toglierlo? Non siamo un partito museo né un partito nostalgico", ma il Cav "è come le radici di quercia", "è vivo per le sue idee. Non lucriamo nulla".

Si avvicina il semestre di presidenza ungherese in Europa, sarebbe opportuno rinviarlo secondo Emma Bonino. "Bisogna distinguere tra politica e istituzioni", "non tocca a noi interferire. Io non sono d'accordo con tante scelte di Orban ma lui è eletto primo ministro dell'Ungheria, non possiamo privare l'Ungheria della guida", "sarebbe una violazione".

Infine una domanda su Ilaria Salis, detenuta in Ungheria e candidata alle Europee con Avs. Ieri Salis ha scritto una lettera a Meloni e ad alcuni ministri chiedendo di poter scontare la misura cautelare dei domiciliari nell'ambasciata italiana a Budapest. "Vanno fatte le valutazioni del caso", vedere se sia "possibile". "Serve un'autorizzazione, perché l'ambasciata è considerata zona extraterritoriale. Da parte nostra non ci sono preclusioni, abbiamo trattato lei come tutti i cittadini detenuti nel mondo".

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